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Sylloge inscriptionum latinarum veterum (riconosciuto da Augusto Campana come in parte autografo di Felice Feliciano Veronese). 
Cart., sec. XV, 0,164X0,122, ff. 131 n. cop. di cart. Vedi : <A. Mancini, Codices latini pub. Bybliot. Faventinae> in <Studi Italiani di filologia classica> vol. XIX. p. 19
"Il codice è arrivato a Faenza non si sa come, verosibilmente da Bologna...è un manoscritto di 131 fogli, del secolo decimoquinto. Mancini non poteva avere la minima idea della parte dovuta al Feliciano nel manoscritto e quindi ne parla nel modo corretto col quale voleva parlarne, cominciando a descrivere la figura che è nella prima pagina del manoscritto: un vaso con un'erba di particolari virtù, collocata dentro il vaso, e sulla pancia del vaso una iscrizione curiosissima ancora in gran parte misteriosa, che dice <<Napeis sac (rum) - devono essere ninfe preposte al sonno o qualcosa del genere - Petro Donato Patricio Johanes P. mira Herbae pulchritudine captus ex dono v. f.>>.  Le iscrizioni sono di vari luoghi d'Italia e risaltano certe zone soprattutto venete"  Tratto da "Il codice epigrafico di Faenza, Biblioteca comunale, 7" di Augusto Campana nel volume degli Atti del Convegno "L'antiquario Felice Feliciano veronese : tra epigrafia antica, letteratura e arti del libro"


 
        ms7 Feliciano