ROMAGNA MONUMENTALE, DOMENICO RAMBELLI, UN MAESTRO DELL'ESPRESSIONISMO ITALIANO



Un lungo cammino. Il monumento ad Alfredo Oriani

 

 Manifesti descrittivi

 

Domenico Rambelli lavorò al monumento per Alfredo Oriani dal 1920 fino alla fine degli anni Sessanta. Il lungo percorso progettuale e artistico è documentato da un’ampia serie di disegni, da fotografie e bozzetti, ma anche da lettere e corrispondenze che hanno lasciato una traccia utile a comprendere i vari momenti del processo creativo.

Raccolta per la prima volta in modo completo tutta la documentazione esistente, è possibile apprezzare la genesi di questa opera che Rambelli ha fortemente desiderato impegnandosi con grande tenacia. I tanti disegni conservati, oltre a lasciarci una bella testimonianza del segno grafico di Domenico Rambelli con l’uso magistrale dei tratteggi e del chiaroscuro che rende potente il modellato del disegno, documentano sulle possibili varianti del tema. Esemplare è la rielaborazione del volto che passa dalla prima resa naturalistica simbolica, con la barba fluidamente disegnata; ad una semplificazione capace di recuperare in pieno un'espressività dove i particolare si perdono per lasciare un'impressione generale unitaria dell'opera. Utili a documentare il processo creativo sono anche le rielaborazioni su altri particolari, come la mano sinistra e i calzari che man mano tendono a scomparire, il piedistallo del monumento elaborato in più varianti e la ricerca di una dimensione spaziale che sappia mantenere il rapporto armonico con l'ambiente.

La figura che risulta nella versione finale rientra nell’unità stilistica dei principali monumenti di Rambelli, quelli di Brisighella, Viareggio e Lugo. Grazie anche alla documentazione portata in questa mostra è infatti possibile affermare che ancora una volta l’artista faentino ha voluto riunire in un unico blocco una forza arcaica fusa con i segni della classicità.

 

 

 

 

Percorso espositivo

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alfredo Oriani monumento realizzato da Domenico Rambelli

 Fotografie di Mattia Calderoni