"ROMAGNA MONUMENTALE", DOMENICO RAMBELLI, UN MAESTRO DELL'ESPRESSIONISMO ITALIANO
ROMAGNA MONUMENTALE
DOMENICO RAMBELLI
UN MAESTRO DELL'ESPRESSIONISMO ITALIANO
Alla migliore conoscenza del “Rambelli monumentale” intende contribuire il “trittico” delle mostre allestite in Romagna, lungo un itinerario che comincia dalle straordinarie invenzioni esibite dallo scultore prima a Brisighella (1928) e poi Lugo (1936), e che porta fino a Faenza con il più tardo ‘omaggio’ reso allo scrittore Alfredo Oriani. Sui tre complessi monumentali - con le immagini del fotografo Luca Nostri a restituirci le loro peculiari valenze plastiche nelle diverse cornici ambientali - l’esposizione riunisce ampia documentazione. In evidenza è lo straordinario ‘corpus’ di opere rambelliane (disegni, studi, bozzetti) conservato presso la Biblioteca Manfrediana di Faenza e che viene presentato per la prima volta in pubblico dopo un’esauriente attività catalografica. Figurano in mostra, inoltre, materiali del tutto inediti provenienti da collezioni private.
Segnalabile è anche la presenza del carteggio rambelliano proveniente dalla Biblioteca Manfrediana e dall'Archivio comunale di Lugo presso la Biblioteca Trisi, di cui è stato possibile prendere visione dopo il recente riordino. Margherita Sarfatti, Ugo Ojetti, Francesco Balilla Pratella, Filippo Tommaso Marinetti ed altri noti personaggi figurano tra gli interlocutori dello scultore durante la sua lunga stagione creativa.
Domenico Rambelli. Cenni biografici
Considerato uno dei massimi scultori del Novecento italiano, Domenico Rambelli fu riconosciuto da Carlo Ludovico Ragghianti tra i “grandi” della scultura italiana tra le due Guerre e Renato Barilli ha scritto che Rambelli è stato forse il principale autore monumentale degli Anni Venti: Viareggio, Brisighella e Lugo, tre fulgide tappe che non hanno riscontro nel curriculum di alcun altro scultore contemporaneo.
Riceve la prima formazione artistica nella Scuola d'Arti e Mestieri di Faenza, diretta dal pittore Antonio Berti che frequenta dal 1899 al 1903. In quegli anni suoi compagni nella scuola sono, tra gli altri, Domenico Baccarini, Ercole Drei, Francesco Nonni, Pietro Melandri, Riccardo Gatti (futuro fondatore della Bottega ceramica Gatti di Faenza), Giuseppe Ugonia e Orazio Toschi.
A Parigi incontrò Bourdelle e Picasso, e conobbe l'arte di Rodin restandone influenzato.
Nella sua città natale, con il Monumento a Raffaele Pasi realizzato nel 1908, iniziarono le commissioni pubbliche e celebrative che segnano una parte non trascurabile della sua produzione.
Finita la Guerra ottiene l'insegnamento di Plastica Ornamentale nella Regia Scuola di Ceramica di Faenza, mantenendolo dal 1919 al 1944. Nel 1920 comincia a progettare il monumento ai Caduti di Viareggio; nel '22 è nuovamente ospite della Biennale veneziana e alla Fiorentina Primaverile dove espone la Portatrice e la Popolana che canta. Nel '26 è tra i protagonisti della Mostra del Novecento italiano a Milano.
Nel '27 realizza il monumento ai Caduti di Brisighella (Fante che dorme) nel Parco della Rimembranza a Brisighella e il suo Fante che dorme viene esposto alla Quadriennale romana del '31.
Nel 1925 inizia a progettare il monumento a Francesco Baracca per la Piazza di Lugo che viene inaugurato il 21 giugno 1936.
Nel 1939 la Quadriennale romana gli dedica una sala personale e gli conferisce il Primo Premio Nazionale per la Scultura. Nell'immediato dopoguerra Rambelli si trasferisce a Bologna rallentando la produzione scultorea. Nella capitale lavora alla decorazione della Cappella di San Francesco nella Basilica di Sant'Eugenio (1951), prepara il Monumento ad Alfredo Oriani per Faenza
e la tomba del musicista Francesco Balilla Pratella, terminata nel 1955 e collocata nel cimitero di Lugo. Nello stesso anno scolpisce un'opera dedicata alla memoria del giornalista Giuseppe Donati.Nominato Accademico di San Luca nel 1960, muore a Roma nel 1972.