La Grande Guerra a Faenza
raccontata attraverso i manifesti pubblici dell’epoca: 

1918 - 2018

 

FAENZA RICORDA LA GRANDE GUERRA giunge al termine del percorso: il 1918, l’anno dell’armistizio. Le riproduzioni dei manifesti originali dell’epoca invitano a ripercorrere l’ultimo anno della Grande Guerra attraverso gli avvisi e le comunicazioni ufficiali del Comune di Faenza provenienti dall'Archivio storico comunale.

Il 1917 si era chiuso con la disfatta di Caporetto e con la strenua resistenza sulla linea del Piave; nel 1918 l’andamento della guerra è profondamente influenzato da un lato dall’uscita di scena della Russia, che rafforza significativamente gli Imperi Centrali, e dall’altro dagli effetti dell’entrata nel conflitto degli Stati Uniti al fianco dell’Intesa.

Il Paese risente in misura sempre maggiore della crisi economica portata dalla guerra, e il Comune di Faenza non può fare altro che continuare ad applicare una rigida disciplina di distribuzione di generi di prima necessità fra i quali il riso, la farina di granturco, l’olio, il formaggio e i grassi animali tramite le tessere annonarie. Speciali tessere erano riservate per l’alimentazione dei bambini fino ai due anni di età. L’aumento del prezzo della biada portò inoltre ad un incremento delle tariffe per le vetture pubbliche.

Il 4 giugno la campagna faentina fu gravemente danneggiata da un violento nubifragio: l’amministrazione comunale intervenne riducendo le tasse per gli agricoltori a seguito di un’assemblea indetta per fronteggiare l’emergenza.

Il 1918 è inoltre l’anno dell’influenza spagnola che a partire dall’autunno si diffuse anche tra la popolazione civile. Per motivi di igiene l’amministrazione comunale, unitamente ad altre misure preventive, vieta la Commemorazione dei Defunti dei primi giorni di novembre, e dispone la chiusura del cimitero.

Fin dal 1915 il territorio faentino è considerato zona di guerra, e questo comportava forti limitazioni ai comportamenti individuali e collettivi. Il libero transito e il soggiorno in città furono limitato al giovedì, giorno di mercato, mentre in caso di incursioni aeree le disposizioni di sicurezza imponevano ai proprietari di edifici identificati come rifugi sicuri, di tenere aperti i portoni di accesso.

La popolazione adulta maschile era principalmente impegnata nelle operazioni belliche, ma altrettanto importante era non interrompere il lavoro nei campi: i militari impegnati nel servizio agricolo dovevano portare ben visibile un bracciale fornito dalle autorità militari in modo da non confondersi con chi non aveva la necessaria autorizzazione.

Vittorio Emanuele III il 24 settembre visita Faenza, e un manifesto a firma del sindaco Camangi ne esalta le virtù civili e militari: un chiaro esempio della macchina della propaganda patriottica della quale possiamo leggere altri esempi nei manifesti in mostra. Allo stesso spirito rispondevano iniziative come la visita dei Mutilati di Guerra o di battaglioni che si erano particolarmente distinti per il valore militare.

Sempre nel 1918 venne emesso il Quinto Prestito di Guerra, destinato a sostenere lo sforzo bellico: oltre alle affissioni comunali, l’appello per la sottoscrizione si tradusse in una enorme quantità di cartoline, volantini e altre forme di pubblicità da parte del Governo e delle banche.

Anche il nuovo alleato statunitense veniva pubblicamente onorato: in occasione della Festa Nazionale del 4 luglio venne affisso un manifesto celebrativo per esaltare le virtù del “fiero e grande popolo” che stava contribuendo in modo decisivo alle sorti della Guerra.

4 novembre 1918: il sindaco Camangi annuncia l’armistizio con espressioni cariche di riconoscenza per i combattenti e di speranze per il futuro del Paese. L’ultimo manifesto dell’esposizione apre un canale importante per la prosecuzione della storia dell’Italia: vi si annuncia la revisione delle liste elettorali, con l’allargamento del suffragio a tutti i cittadini maschi che avessero compiuto 21 anni o avessero prestato il servizio militare, a prescindere dal loro censo.

In verità il ritorno alla normalità si presenta in salita per un’Italia prostrata dalla crisi economica, e in cui il mito della “vittoria mutilata” comincia ad alimentare un malcontento diffuso nell’opinione pubblica.

Si prospettava un 1919 pieno di difficoltà materiali, politiche e sociali, viatico per il ventennio successivo che condurrà alla Seconda Guerra Mondiale. E il patrimonio documentario degli archivi storici, comunali e non solo, può esserne il testimone diretto ed indispensabile.

La mostra è organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Faenza in collaborazione con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Archivio di Stato di Ravenna - Sezione di Faenza.

Il percorso espositivo si sviluppa nel Voltone Dolcini e nell’ultimo tratto di via Pistocchi ed include la riproduzione di manifesti disposti in ordine cronologico.

 

 

 

 

 

 

Manifesto introduttivo

 

 

 

 

  01 - Comune di Faenza, Norme per la distribuzione delle minestre fatta dalle "Cucine Economiche", 25 gennaio 1918

 

  02 - Comitato di difesa nazionale in Faenza: Prestito di guerra al 5.78%, 31 gennaio 1918

 

  03 - Asilo Infantile Margherita: Faenza, 1 febbraio 1918

 

  04 - Comune di Faenza, Vaccinazione e rivaccinazione dei profughi in Faenza, 19 febbraio 1918

 

05 - Comitato di difesa nazionale in Faenza, 5 aprile 1918

 

  06 - Provvedimenti di difesa contro eventuali incursioni di velivoli nemici, 5 aprile 1918

 

  07 - Comune di Faenza, Transito e soggiorno nella città di Faenza, 6 aprile 1918

 

08 - Comune di Faenza Bracciali per militari esonerati o dispensati per l'agricoltura, 18 aprile 1918 

 

  09 - Comune di Faenza, Distribuzione delle tessere per l'acquisto del riso, della farina di granturco, dell'olio, del formaggio e dei grassi di maiale alle famiglie di grano, 3 giugno 1918

 

10 - Comune di Faenza, cittadini, 23 giugno 1918

 

  11 - Comune di Faenza, Avviso, 12 giugno 1918

 

  12 - Comune di Faenza, 4 luglio 1918

 

  13 - Comune di Faenza, Gradinata del 4 giugno 1918, sgravio d'imposta di ricchezza mobile per i danneggiati, 23 luglio 1918

 

  14 - R. Esercito Italiano, 29 luglio 1918

 

  15 - Comune di Faenza, Rivista-Requisizione parziale cavalli per il Regio Esercito, 13 agosto 1918

 

  16 - Comune di Faenza, Il Sindaco, 10 settembre 1918

 

  17 - Comune di Faenza, Alimentazione dei Bambini, 10 settembre 1918

 

  18 - Comune di Faenza, Avviso, 26 ottobre 1918

 

  19 - Comune di Faenza, Cittadini, 23 settembre 1918

 

  20 - Comune di Faenza, Cittadini, 4 novembre 1918

 

  21 - R. Esercito Italiano, Comando Supremo, 14 novembre 1918

 

  22 - Ministero della Guerra servizi di Commissariato Militare, 29 novembre 1918

 

23 - Comune di Faenza, Revisione delle liste elettorali Allargamento del suffragio, 21 dicembre 1918

 

 

 

 Enti organizzatori: Biblioteca Comunale Manfrediana - Settore Cultura ed Istruzione - Comune di Faenza
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo 
Archivio di Stato di Ravenna, Sezione di Faenza
"La Grande Guerra a Faenza": mostra realizzata con il contributo della Struttura di missione per gli Anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio 

                                                                                        

 

 

 Il progetto FAENZA RICORDA LA GRANDE GUERRA è realizzato con il contributo della Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri